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Corso di Preparazione al Parto

- Il Travaglio -


Terzo capitolo della guida "Corso Preparto Appunti"

Puoi scaricare gli appunti in pdf dell'intero corso qui: "Corso Preparto Appunti Pdf"


Nella seconda lezione del corso preparto abbiamo affrontato tutte le problematiche relative al travaglio e all'eterno dilemma di quando presentarsi all'ospedale.

Per prima cosa definiamo travaglio: per travaglio si intende quella fase in cui il corpo mette in atto tutta una serie di soluzioni meccaniche e fisiologiche per prepararsi all'espulsione del feto. Questa fase è accompagnata da una serie di contrazioni uterine. E' possibile riconoscere e distinguere una contrazione uterina da altri tipi di dolori osservando l'origine del dolore: una contrazione uterina avrà origine nella zona lombare (parte bassa della schiena) ed avrà ripercussioni sulla pancia che si contrarrà e si indurirà. Le contrazioni legate al travaglio hanno la caratteristica di essere cadenzate nel tempo a differenza di altri tipi di contrazioni uterine che possono verificarsi durante la gravidanza e che invece sono sporadiche (Contrazioni di Braxton Hicks).

Generalmente il travaglio può avvenire a partire dalla 38° settimana fino alla 41° settimana, travagli al di fuori di tale periodo vengono indicati rispettivamente con i termini: travaglio prematuro e travaglio protratto, dopo la 41 settimana è necessario recarsi all'ospedale anche in assenza di contrazioni.

Il travaglio è composto da 3 fasi distinte:

  • Fase Protonica: E' la fase iniziale del travaglio, è in questa fase che si incominciano ad avvertire le contrazioni uterine. Non bisogna però allarmarsi e farsi prendere dal panico, non è necessario correre in ospedale bensì conviene rilassarsi e fermarsi per capire i segnali che il corpo sta inviando, anche perchè tale contrazioni potrebbero anche non evolvere nelle successive fasi travagliali ma regredire, in tal caso parliamo di falso travaglio. In questa fase è utile fare una doccia calda, bere una camomilla e rimanere in ascolto. Spesso in questa fase i ginecologi prescrivono un antispasmodico, infatti se tale farmaco farà cessare le contrazioni probabilmente si è trattato di un falso travaglio.

  • Fase Dilatante: E' la fase necessaria a dilatare il collo dell'utero, le contrazioni diventano più frequenti e più intense e regolari, generalmente si ascoltano 4 o 5 contrazioni intervallate da 20-25 minuti. Tale intervallo diventerà sempre minore fino a raggiungere i 10 minuti, è questo il momento di andare all'ospedale. dove verrà eseguito il monitoraggio per controllare la situazione. E' utile, in previsione di tale fase, effettuare un clisterino di pulizia in quanto è possibile che durante il parto ci siano fenomeni di espulsione fecale. E' anche utile effettuare una depilazione dei peli pubici (Tricotomia) in quanto, durante il parto, i peli possono facilmente trasformarsi in ricettacolo di germi.

  • Fase Espulsiva: Superata la fase dilatante, si entra nell'ultima fase del travaglio che è quella culminante con l'espulsione del feto. Questa fase ha una durata variabile e dipende da molti fattori: dimensioni del bacino, dimensioni del feto ecc. Generalmente con 4 o 5 spinte si riesce a portare a termine questa ultima fase.


Quindi, il momento di prendere la valigia e andare all'ospedale è quando le contrazioni uterine hanno una frequenza di 10 minuti una dall'altra. Questo però, nel caso che non si abbia rottura del sacco amniotico (la famosa rottura delle acque).

Vediamo quindi come comportarsi quando la rottura delle acque avvenga al di fuori delle fasi del travaglio e quindi in assenza di contrazioni.

La rottura del sacco amniotico può evidenziarsi in diversi modi, può infatti presentarsi con uno 'scroscio' d'acqua oppure presentarsi con piccole perdite, il tutto dipende da dove è avvenuta la rottura del sacco: una rottura nella parte bassa avrà un flusso di liquido maggiore di quella che si avrà a seguito della rottura nella parte alta. Nel secondo caso non è semplicissimo rendersi conto della natura della perdita, a volte infatti ci si può confondere con perdita di urina o secrezioni vaginali.

E' anche possibile scambiare per liquido amniotico quello che invece è il cosiddetto tappo mucoso, una perdita vaginale biancastra che però può assumere anche colorazioni rossastre a causa della presenza di sangue. Il liquido amniotico è un liquido caldo e leggermente gelatinoso, può essere incolore oppure assumere un colore verdastro nel caso ci siano insofferenze del feto. Ad ogni modo la rottura delle acque non indica necessariamente l'inizio del travaglio, possono infatti intercorrere anche 72 ore prima dell'inizio vero e proprio del travaglio stesso. Se dopo tale periodo ancora 'nulla si muove' sarà cura dell'ospedale stimolarlo artificialmente.

E bene, una volta accertato che si tratta di perdite di liquido uterino, recarsi in ospedale per monitorare la situazione. Un altro mito da sfatare è che non esistono i cosiddetti parti asciutti in quanto il liquido amniotico è presente in due sacche distinte ed inoltre è prodotto continuamente dall'organismo.

Un'altra eventualità, fortunatamente rara, che necessità di un ricovero tempestivo è quella a seguito del distacco intempestivo di placenta, ossia un distacco prematuro della placenta che si evidenzia con un sanguinamento copioso ed importante. Tale situazione è da monitorare molto velocemente in quanto il bambino prende tutti i nutrimenti attraverso la placenta ed inoltre la madre rischia complicazioni a seguito dell'emorragia.

La seconda lezione del corso preparto finisce con altre due 'pillole utili':

- i giri del cordone ombelicale non rischiano di strozzare il feto per un motivo molto semplice, i bambini nella pancia non respirano attraverso i polmoni.

il momento del parto è un momento intenso sia per la mamma che per il bambino, quindi dopo il parto, un neonato che presenterà occhiaie, affaticamento ed anche testa ad uovo non è un sintomo allarmante! Vedrete che dopo poco tempo si trasformerà in un bellissimo cigno.

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